Aula sotto il Cielo

La scuola G. Caprin è un edificio scolastico progettato alla fine degli anni ‘60 dall’architetto Aldo Rossi in un quartiere periferico della città di Trieste. All’interno del complesso si trova un piccolo appezzamento di terreno di 900 mq che, dall’epoca della costruzione della scuola, era rimasto impraticabile, recintato su un lato da uno steccato di metallo e sull’altro da un possente muro in calcestruzzo.
Nel 2017, uno dei docenti dell’istituto Caprin, viene selezionato alla prima edizione dell’Italian Teacher Prize: si tratta di un riconoscimento in denaro per l’attività professionale svolta come insegnante, selezionato da una commissione del Ministero e coadiuvata da personalità note nel mondo culturale italiano. L’intenzione del professore è stata di utilizzare i fondi del premio per cercare di rendere fruibile il piccolo giardino della scuola. Il progetto vuole infatti tradurre la sua
modalità di insegnamento – basata sull’alternare le classiche lezioni frontali all’interno dell’edificio a quelle all’aperto, ricche di attività in movimento – in uno spazio. Grazie anche all’aiuto degli studenti, la scelta è stata quella di disegnare un’aula senza pareti, verde, aperta e accessibile a tutti.
Il primo passo per concretizzare il progetto è il taglio del muro di confine in calcestruzzo, con lo scavo di un percorso botanico in trincea che consente ai ragazzi l’accesso a un rapporto diretto con la terra, le piante e gli insetti. Il percorso è trattato con un calcestruzzo drenante colorato, che riprende la colorazione della terra autoctona. Come in un’operazione di land art, il terreno prodotto dallo scavo viene riutilizzato per la formazione di un piccolo anfiteatro verde, una sorta di cratere vulcanico che custodisce al suo interno l’aula vera e propria. Le sedute in calcestruzzo a vista si adagiano al declivio, che si conclude con un piano inclinato, utilizzabile per esperimenti e attività fisiche o per provare
modi alternativi per stare seduti oppure per sdraiarsi a guardare le costellazioni. Qui si potranno svolgere non solo lezioni frontali ma anche rappresentazioni teatrali o lezioni di musica all’aperto, udibile da tutto il quartiere.
L’elemento centrale che simboleggia il recupero di questo spazio è un albero, un Acer Freemanii, all’ombra del quale gli studenti saranno riparati dal sole. L’acero, nel suo mutare stagionale, assume colori sgargianti che scandiranno il susseguirsi dell’anno scolastico e, con la sua crescita, diverrà il simbolo delle generazioni di alunni che si sono formati in quest’aula.
L’idea di uno spazio dove svolgere una didattica all’aria aperta assume ancor più un carattere di reale necessità in questo anno scolastico quanto mai incerto.

 

 

COMMITTENTE
Pubblico

DATA
giugno 2020

DIMENSIONI
900 mq

ATTIVITÀ SVOLTA  

Progettazione
Direzione Lavori

 

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